Cambiamento climatico: Fridays for Future di G. Thunberg e altre iniziative

E a Roma spunta il secondo murales 100% ecologico in segno di protesta.

Quello del cambiamento climatico è certamente uno dei problemi attualmente più al centro del mirino. La UNFCC (Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici) identifica il problema con il nome di “mutamento climatico”, ovvero un cambiamento climatico causato dall’uomo.
Data la gravità della situazione, raggiunta soprattutto negli ultimi anni, gli scienziati hanno ritenuto opportuno allertare i governi membri dell’UNFCC, per metterli al corrente del livello di surriscaldamento globale raggiunto.
Durante il Cop21 tenutosi nel 2015 a Parigi, era stato finalmente stipulato un accordo al quale hanno aderito 185 paesi (sui 195 totali appartenenti all’UNFCC) per garantire una riduzione delle emissioni di gas e ottenere un abbassamento del surriscaldamento climatico. Purtroppo però, i dati rilevati negli anni successivi, hanno purtroppo dimostrare come i parametri stabiliti non siano stati rispettati (basti pensare che un anno caldo come il 2018 non si registrava dal 1800). Secondo le stime degli esperti, solo pochi tra i paesi firmatari sono stati in grado di rispettare gli accordi di Parigi e, tra questi, nessuna delle super potenze mondiali è presente.
Gli Stati Uniti hanno addirittura dichiarato ufficialmente di voler uscire dall’accordo, mentre la Cina, che sta attraversando un momento di forte espansione economica, sarebbe la prima colpevole per la quantità di emissioni registrate.
Secondo un rapporto ONU inerente la problematica, per evitare il verificarsi di gravi danni ambientali (e non solo) sarà assolutamente necessario effettuare dei cambiamenti drastici entro i prossimi dodici anni.
La questione ha sensibilizzato diversi movimenti, ambientalisti e non solo, soprattutto in seguito alla scarsa importanza data dai governi al problema. Tra le proteste che maggiormente hanno scosso gli animi vi è sicuramente quella di Greta Thunberg, una sedicenne svedese che, durante l’estate del 2018, si accorse del continuo verificarsi di incendi boschivi nelle foreste svedesi, a causa delle forti ondate di calore dovute al surriscaldamento globale. Il problema la colpi a tal punto da indurla ad intraprendere uno sciopero della fame, e dell’istruzione, dinanzi al Parlamento svedese (fino alla data delle elezioni) e manifestare per il rispetto dei parametri stabiliti dall’UNFCC nell’accordo di Parigi del 2015.
Greta decise di continuare la sua battaglia, partecipando al Rise for Climate a Bruxelles, organizzato dal movimento ecologista e sociale Extinction Rebellion, tenutosi l’8 settembre 2018 dinanzi al Parlamento Europeo.
Nel dicembre del 2018 fu concesso a Greta di intervenire alla Cop24, la Conferenza delle Parti sul Clima tenutasi a Katowice, in Polonia. Nel famoso discorso, Greta cercò di sensibilizzare i politici presenti all’evento, al fine che si rendessero conto della gravità del problema e di come stessero ignorando il futuro dei propri figli allo scopo di garantire la ricchezza di pochi, chiedendo di cambiare il sistema.
Grazie alla diffusione del suo intervento tramite i media, la ragazza ha destato l’attenzione (e l’ammirazione) di migliaia di attivisti di tutto il mondo che hanno decisodi fondare con lei il movimento Fridays For Future: da allora, tutti i venerdì, migliaia di attivisti manifestano dinanzi al Parlamento della propria nazione per chiedere il rispetto dell’ambiente.
Il 15 marzo si è svolto il Global Strike for Future, il primo sciopero per il clima organizzato a livello globale, al quale hanno aderito 98 Paesi e milioni di giovani, incitando un solo slogan riguardante le tematiche ambientali.
In Italia l’evento ha riscosso un grande successo e si è registrata una grande affluenza di persone in moltissime città (basti pensare ai più di 100mila studenti scesi in piazza solo a Milano, per un totale di circa 1 milione in tutto il Paese). A scendere in piazza non sono mancate anche organizzazioni importanti a livello nazionale come Legambiente, Possibile e CGIL.
In occasione dello Global Strike for Future, a Roma, nel quartiere San Lorenzo, l’urban artist Matteo Brogi ha realizzato un murales 100% ecologico realizzato con pittura Airlite, in grado di ridurre l’inquinamento, esattamente come quello realizzato, sempre nella Capitale, da Iena Cruz, Hunting Pollution, riconosciuto come il più grande d’Europa. Brogi ha scelto di rappresentare un orso polare che regge un gelato a forma di mondo che si sta sciogliendo. Questa la denuncia ispirata alla campagna globale sulla giustizia ambientale di Ben & Jerry’s, azienda americana da tempo in lotta per il clima.
E se la mobilitazione dal basso risulta essere una delle forme di protesta più efficaci, non ci resta che appoggiare anche il prossimo Sciopero Mondiale per il Futuro, previsto per il 24 maggio 2019, come si appresteranno a fare anche 23mila gli scienziatidi fama internazionale.  

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